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Visualizzazione dei post da settembre, 2018

Il cuore languiva

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Il cuore languiva da molto ed io l'ho lasciato languire volevo, volevo morire 4 volevo esser presto sepolto... Un giorno gli dissi, ricordo: Perchè stai languendo io non so; se ti manca l'amor, te lo do... 8 comandami, tutto t'accordo... Ma il picciolo cuor favellò: non è già per mancanza d'amore che agonizzo, mio dolce signore, 12 ma perché troppo amor mi stancò!

Il mio cuore dissangua

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Tutta l'anima mia, tutte le pure gioie godute nella giovinezza; ogni mia più soave tenerezza, tutte le mie speranze malsecure 5 nelle loro precoci sepolture, l'eterna immensurabile tristezza che il mio cuore dissangua ma non spezza offre alle mortali creature. Anima, come vano, come vano 10 l'amor tuo, come triste il disinganno! - Sergio Corazzini

Vi tiene il cuore una malinconia indefinita

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Signora, siete un poco stanca, oggi, non è vero?  E perché?  L'ultimo ballo vi fece male al cuore, senza fallo, 4 poi che siete sì pallida!  Ne i poggi sono assai rose, ne volete?  a fasci  io ne corro per voi.  Non rispondete? La vostra bella bocca ha sempre sete 8 di baci?  O pur volete ch'io vi lasci  sola?  V'è indifferente?  Oh mia signora vi tiene il cuore una malinconia indefinita, forse;  forse oh mia  bionda signora rimpiangete  un'ora d'oblio felice!  Dolce il carnevale vi fu, se tanta nostalgia vi punge, se ancora un'eco di follie vi giunge 16 ne la malinconia quaresimale! - Sergio Corazzini

Perduti sotto un tetro cielo

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I. Anima cara, come un filo d'oro, ignoto a questi nostri occhi mortali, ne le quiete, pie notti invernali, o ne le bianche aurore, a messidoro, sonoramente lega tra di loro le tremule fiammelle siderali, occhi d'angioli, acuti come strali, o tremolanti in tenero martoro, anima cara, come fine stelo sorregge il giglio, candido vasello, e se lo stelo muore, il giglio muore; così, perduti sotto un tetro cielo, voi mi siete sorella, ed io, fratello, malinconicamente, nel dolore. II. L'alta disperazione che ne invade l'anima vinta ne la sua battaglia, l'anima fiacca, che non più si scaglia ardita contro le inimiche spade, questa disperazione è l'avvisaglia che Tánatos già batte nostre strade, e poi che cadde il cuor, l'anima cade, or che raggio di sol più non l'abbaglia. Oh, lasciate, lasciato ch'io mi dolga. Amica, se quest'anima vanisca dopo il suo tetro disperato pianto, poi che non v'ha una bara che l'accolga, non v'ha una ro

Tanto arde in me

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Scrivi e non so perché.  Non ho più cose  da dirvi, e pure tanto arde in me la fiamma de le labbra dolorose de le labbra vermiglie come se fossero molli petali di rose che, sperduti pei cieli, con un lento abbandono la bocca vi baciarono e presi da quel novo incantamento avvinti su le labbra vi restarono; tanto arde in me senza soffi di vento la fiamma azzurra dei vostri occhi azzurri melanconici come un cielo tutto eguale, senza rapidi sussurri, silenzioso nel suo triste lutto senza una voce che al core sussurri, tanto arde in me la fiamma silenziosa fatta d'insidie, che non so pensare bocca, più de la vostra, dolorosa, occhi che sieno più simili al mare dei vostri, ne la veglia dilettosa! Ieri vi ho attesa e non siete venuta. Non veniste, perchè? Nulla, vi disse, nulla il cuore ne l'ora convenuta? nulla, nulla, la vostra anima disse? Ogni cosa rimase allora muta? Ne l'attesa, vi colsi le più belle, le fragili rose, ne intrecciai una catena al lume de le stelle,

Languida ebbrezza che l'anima sfiorì

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No, tu non m'ami più, io lo sento dai baci, da le carezze; tu sempre, sempre mi piaci! 5 Io non ti piaccio più. Non credevo così vicina la stanchezza, troppo presto finì questa languida ebbrezza  10 che l'anima sfiorì. Io speravo, chissà, un pochino d'amore appassionato, ma il tuo piccolo cuore 15 forse amore non sa. Oh non piangere, no non ti devi attristare, mia piccola, per ciò! Non m'hai voluto amare, 20 ed io non ti amerò. Addio, va' pure; se tu ti ricorderai qualche volta di me ridi; e tu riderai 25 del più gran sciocco che nel mondo v'è! - Sergio Corazzini

Il mio pianto va a morire sul mare

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Mio dolcissimo mare, sotto la luna bionda io vedo la sponda la nave lontanare. Sento la morbid'onda che mi viene a baciare, come per consolare la mia pena profonda. Ella parte, e il mio pianto va a morire sul mare, come l'anima mia... Ahi, non si può pensare che il mar, ch'ho amato tanto, il mar la porta via!... - Sergio Corazzini

Piangi ancora, mia piccola tenerezza

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Oh! piangi ancora, mia piccola tenerezza! Piangi, fosse anche per un’ora! che t’importa? Sarà questa 5 l’ultima grazia... Non sai che me ne voglio andare? Ma se tu non piangerai, come allora, per una improvvisa tristezza, 10 per una melanconia senza causa, mia piccola tenerezza, come potrò questa sera, mentre tu dormi e sogni 15 la mia bocca, fuggire? Andarmene a morire nel castello della Nostalgia? - Sergio Corazzini

Forse mi allontanai

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Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. Vele di barche in mare! Non dovevo lasciare 5 che, pur se triste, il sole bagnasse il limitare! Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. Forse mi allontanai 10 troppo, ché, certo, mai tanto mi piacque andare solo, con la mia bella rete nuova e una stella per guida frà rosai. 15 Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. Erano così chiare le acque! Dolce pescare se la rete sia nuova! 20 Quanti nidi contai di stelle e quante mai vele di barche in mare? Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. 25 Quale gioia tentò la porta, s’inoltrò cauta e infantilmente rise nell’obliata casa e fiorì la grata 30 di viole? Non so. Conviene che tu muoia, dolcezza, oggi, per me. Felicità mi spiace, felicità è loquace 35 come un bimbo; l’ho a noia! La mia rete ha ceduto, la mia stella ha perduto il fedele seguace. Co

Anima, non tendere le tue pallide mani

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Anima, come oggi nessuno arriva, non tendere le pallide tue mani a i cieli, troppo noi siamo lontani e troppo melanconica è la riva. 5 Dici: domani... Oh, non sperar domani più!  La speranza è nel tuo cuore viva così che l’abbandono la ravviva con i suoi tristi addii quotidiani?! Ben ora è che di tutto si disperi 10 e che il rosario dei futuri giorni ci conduca al più puro dei misteri in queste solitudini malate, vedove di partenze e di ritorni, simili a stazioni abbandonate. - Sergio Corazzini