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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Fremita la mia anima

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                                              Schiava la mia anima del tuo corpo obbedisce ai rumori del tuo amore sento un fragore di emozioni, quando ti penso quando ti sogno quando ti guardo. Fremita l'anima come foglia sballottata dai venti, attende  quel bacio  tanto desiderato!                                      

Questa fragilità che è guardarti...

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                                                                                           Penso a come dire questa fragilità che è guardarti, stare insieme a cose come bottoni o spille, come le tue dita, i tuoi capelli lunghi marrone. Ma d’aria siamo quasi, in tutte le stanze dove ci fermiamo davanti a noi un momento con la paura che ci ha assottigliati in un sorriso, dopo la paura in ogni mano, o braccio, passo, che ogni mano, o braccio, passo, non ci siano. - Mario Benedetti

Ho camminato nel mondo con l’anima aperta

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La casa alta ferma nel tempo È la mia casa – la mia casa morta, È la mia casa senza memoria Senza finestre, senza porta. Non c’è nessuno dentro. E io non sono mai stata Oltre quel muro Che forse non ha seguito nemmeno – E forse è solo un muro senza casa È una ferita che si dilata Nella memoria. Tristezza – fammi piangere! (io vorrei ritornare) Vorrei con le mani tremanti Toccare quella casa, quel muro, Chiamare con voce serena Un’immagine alla finestra Un frammento di luce Una mano sensibile Che passando mi percuota La corda del sentimento Che più non vibra. Cerco una porta Un’antichissima porta Che in altri tempi esisteva. Nella sera in nita Che oscilla eternamente Sulla casa e non discende – Ti ho perduto adolescenza. Ma se notte di cielo non viene, Se non chiudo questi occhi neri, Se non precipito nel sonno – Voglio perdere nel mio grido Anche questa giovinezza. Non ho nemmeno un filo Di triste

Qui ti amo - P. Neruda

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                                                Qui ti amo. Negli oscuri pini si districa il vento. Brilla la luna sulle acque erranti. Trascorrono giorni uguali che s'inseguono. La nebbia si scioglie in figure danzanti. Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto. A volte una vela. Alte, alte stelle. O la croce nera di una nave. Solo. A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima. Suona, risuona il mare lontano. Questo è un porto. Qui ti amo. Qui ti amo e invano l'orizzonte ti nasconde. Ti sto amando anche tra queste fredde cose. A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi, che corrono per il mare verso dove non giungono. Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore. I moli sono più tristi quando attracca la sera. La mia vita s'affatica invano affamata. Amo ciò che non ho. Tu sei così distante. La mia noia combatte con i lenti crepuscoli. Ma la notte giunge e incomincia a cantarrni. La luna fa girare la sua pellicola di sogno. Le stelle più grandi

Se tu mi dimentichi - Pablo Neruda

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Voglio che sappia una cosa. Tu sai com'è questo: se guardo la luna di cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra, se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna, tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce, metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono. Orbene, se a poco a poco cessi di amarmi cesserò d'amarti a poco a poco. Se d'improvviso mi dimentichi, non cercarmi, ché già ti avrò dimenticata. Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e ti decidi a lasciarmi alla riva del cuore in cui affondo le radici, pensa che in quel giorno, in quell'ora, leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra. Ma se ogni giorno, ogni ora senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile. Se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi, ahi, amor mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete, in me nulla si spe

Sento la tua tenerezza - Pablo Neruda

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                                             Sento la tua tenerezza avvicinarsi alla mia terra, spiare lo sguardo dei miei occhi, fuggire, la vedo interrompersi, per seguirmi fino all'ora del mio silenzio assorto, della mia ansia di te. Ecco la tua tenerezza d'occhi dolci che attendono. Ecco la tua bocca, parola mai pronunciata. Sento che mi sale il muschio della tua pena e mi cresce tentoni nell'anima infinita. Questo era l'abbandono, e lo sapevi, era la guerra oscura del cuore e tutto, era il lamento sprezzato di angosce commosse, e l'ebbrezza, e il desiderio, e il lasciarsi andare, ed era questo la mia vita era questo che l'acqua dei tuoi occhi portava, era questo che stava nel cavo delle tue mani. Ah, farfalla mia e voce di colomba, ah coppa, ah ruscello, ah mia compagna! Il mio richiamo ti raggiunse, dimmi, ti raggiungeva nelle ampie notti di gelide stelle ora, nell'autunno, nella danza gialla dei venti affamati e delle foglie cadute! Dimmi, ti gi

Mi piaci quando taci - Pablo Neruda

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                                                                       Mi piaci quando taci perché sei come assente, e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca. Sembra che gli occhi ti sian volati via e che un bacio ti abbia chiuso la bocca. Poiché tutte le cose son piene della mia anima emergi dalle cose, piene dell’anima mia. Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima, e rassomigli alla parola malinconia. Mi piaci quando taci e sei come distante. E stai come lamentandoti, farfalla turbante. E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge: lascia che io taccia col tuo silenzio. Lascia che ti parli pure col tuo silenzio chiaro come una lampada, semplice come un anello. Sei come la notte, silenziosa e costellata. Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice. Mi piaci quando taci perché sei come assente. Distante e dolorosa come se fossi morta. Allora una parola, un sorriso bastano. E son felice, felice che non sia così.

Corpo di Donna - Pablo Neruda

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                                                Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche, tu rassomigli al mondo nel tuo atteggiamento d'abbandono. Il mio corpo di contadino selvaggio ti scava e fa saltare il figlio dal fondo della terra. Sono stato solo come una galleria. Da me fuggivano gli uccelli e in me la notte entrava con la sua invasione possente. Per sopravvivermi ti ho forgiata come un'arma, come una freccia al mio arco, come una pietra nella mia fionda. Ma cade l'ora della vendetta, e ti amo. Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo. Ah le coppe del petto! Ah gli occhi dell'assenza! Ah la rosa del pube! Ah la tua voce lenta e triste! Corpo di donna mia, persisterà nella tua grazia. La mia sete, la mia ansia senza limite, la mia strada indecisa! Oscuri fiumi dove la sete eterna continua, e la fatica continua, e il dolore infinito.                 

Non t’amo se non perché t’amo - Pablo Neruda

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                                               Non t’amo se non perché t’amo e dall’amarti a non amarti giungo e dall’attenderti quando non t’attendo passa dal freddo al fuoco il mio cuore. Ti amo solo perché io ti amo, senza fine t’odio, e odiandoti ti prego, e la misura del mio amor viandante è non vederti e amarti come un cieco. Forse consumerà la luce di Gennaio, il raggio crudo, il mio cuore intero, rubandomi la chiave della calma. In questa storia solo io muoio e morirò d’amore perché t’amo, perché t’amo, amore, a ferro e fuoco.

La canzone disperata - P. Neruda

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                                               Il tuo ricordo emerge dalla notte in cui sono. Il fiume riannoda al mare il suo lamento ostinato. Abbandonato come i moli all'alba. È l'ora di partire, oh abbandonato! Sul mio cuore piovono fredde corolle. Oh sentina di rifiuti, feroce tana di naufraghi! In te si accumularono le guerre e i voli. Da te innalzarono le ali gli uccelli del canto. Tutto hai inghiottito, come la lontananza. Come il mare, come il tempo. Tutto in te fu naufragio! Era l'ora felice dell'assalto e del bacio. L'ora dello stupore che ardeva come un faro. Ansietà di nocchiero, furia di palombaro cieco, torbida ebbrezza d'amore, tutto in te fu naufragio! Nell'infanzia di nebbia la mia anima alata e ferita. Scopritore perduto, tutto in te fu naufragio! Ti attaccasti al dolore, ti aggrappasti al desiderio. Ti abbatté la tristezza, tutto in te fu naufragio! Feci retrocedere la muraglia d'ombra, andai oltre il desiderio e l'atto.

La Poesia - P. Neruda

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                                            Accadde in quell'età... La poesia venne a cercarmi. Non so da dove sia uscita, da inverno o fiume. Non so come né quando, no, non erano voci, non erano parole né silenzio, ma da una strada mi chiamava, dai rami della notte, bruscamente fra gli altri, fra violente fiamme o ritornando solo, era lì senza volto e mi toccava. Non sapevo che dire, la mia bocca non sapeva nominare, i miei occhi erano ciechi, e qualcosa batteva nel mio cuore, febbre o ali perdute, e mi feci da solo, decifrando quella bruciatura, e scrissi la prima riga incerta, vaga, senza corpo, pura sciocchezza, pura saggezza di chi non sa nulla, e vidi all'improvviso il cielo sgranato e aperto, pianeti, piantagioni palpitanti, ombra ferita, crivellata da frecce, fuoco e fiori, la notte travolgente, l'universo. Ed io, minimo essere, ebbro del grande vuoto costellato, a somiglianza, a immagine del mistero, mi sentii parte pura  dell'abisso, ruotai con le stel

Ho fame della tua bocca - P.Neruda

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                                               Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso, non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge, cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno. Sono affamato del tuo riso che scorre, delle tue mani color di furioso granaio, ho fame della pallida pietra delle tue unghie, voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta. Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza, il naso sovrano dell'aitante volto, voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo, cercandoti, cercando il tuo cuore caldo come un puma nella solitudine di Quitratúe. P. Neruda

E poiché l’amore battaglia - Pablo Neruda

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                                              E poiché l’amore battaglia non solo nelle ardenti agricolture ma anche nella bocca di uomini e donne, Voglio finire imboccando il sentiero lontano a colui che tra il petto e il tuo profumo vuole interporre i propri impianti oscuri. Su di me, niente di peggio ti riferiranno amore mio di quello che ho detto Ho vissuto nelle praterie prima di conoscerti e non mi aspettavo e non aspettavo l’amore sdraiato attendevo e saltai sulla rosa. Che altro ti possono dire? Io non sono né buono né cattivo, ma un uomo e quindi assoceranno il pericolo della mia vita, che tu conosci e che con la tua passione condividi. Ebbene, questo pericolo è un pericolo di amore, di amore completo per tutta la vita, per tutte le vite, e se questo amore ci porta la morte e le prigioni, Sono sicuro che i tuoi occhi grandi, come quando li bacio, saprai chiudere con orgoglio, in doppio orgoglio, amore, con il tuo orgoglio e il mio orgoglio. Ma per le mie orecchie verr

Donna Completa - Pablo Neruda

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Donna completa, mela carnale, luna calda, denso aroma d'alghe, fango e luce pestati, quale oscura chiarità s'apre tra le tue colonne? Quale antica notte tocca l'uomo con i suoi sensi? Ahi, amare è un viaggio con acqua e con stelle, con aria soffocata e brusche tempeste di farina: amare è un combattimento di lampi e due corpi da un solo miele sconfitti. Bacio a bacio percorro il tuo piccolo infinito, i tuoi margini, i tuoi fiumi, i tuoi villaggi minuscoli, e il fuoco genitale trasformato in delizia corre per i sottili cammini del sangue fino a precipitarsi come un garofano notturno, fino a essere e non essere che un lampo nell'ombra. - P. Neruda