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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Non ho smesso di pensarti

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Non ho smesso di pensarti, vorrei tanto dirtelo. Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare, che mi manchi e che ti penso. Ma non ti cerco. Non ti scrivo neppure ciao. Non so come stai. E mi manca saperlo. Hai progetti? Hai sorriso oggi? Cos’hai sognato? Esci? Dove vai? Hai dei sogni? Hai mangiato? Mi piacerebbe riuscire a cercarti. Ma non ne ho la forza. E neanche tu ne hai. Ed allora restiamo ad aspettarci invano. E pensiamoci. E ricordami. E ricordati che ti penso, che non lo sai ma ti vivo ogni giorno, che scrivo di te. E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse. Ed io ti penso ma non ti cerco. Charles Bukowski 

RIFLESSIONI SULLA SOLITUDINE

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LINGUA INGLESE  SOLITUDE                scelta di essere soli ( l’uomo solitario che sta bene con se stesso ) LONELINESS            una solitudine sofferta e non scelta L’uomo moderno più di quello antico ha bisogno del raccoglimento per recuperare quella forza e quell’equilibrio che lo stare forzatamente in mezzo agli altri, gli toglie.  I ritmi frenetici di questa società odierna non ci permettono di ascoltare, in primis, noi stessi. La solitudine SCELTA ci permette di entrare in contatto con la parte più intima di noi stessi, più costruttiva che ci rende consapevoli dei nostri errori e delle nostre aspirazioni più autentiche.                                La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista. (Bernardo Bertolucci) La solitudine o ci fa ritrovare o ci fa perdere noi stessi. (Roberto Gervaso) La solitudine: un mare mai raggiunto da nessuna riva, un ponte da nessuna strada, un colo

Odio consciamente

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“Hai una morbosa avversione per la morte. Probabilmente ti disturba il fatto che sei in guerra e possono spappolarti la testa da un momento all'altro.” “Più che disturbarmi, signore, la cosa mi rende assolutamente furibondo.” “Hai ansie di sopravvivenza profondamente radicate. E non ti piacciono i fanatici, i prepotenti, gli snob e gli ipocriti. Subconsciamente odi un sacco di gente.” “Consciamente, signore, consciamente,” corresse Yossarian con l'intento di aiutarlo. “Li odio consciamente.” “Sei ostile all'idea di essere derubato, sfruttato, degradato, umiliato e ingannato. La sofferenza ti deprime. L'ignoranza ti deprime. La persecuzione ti deprime. La violenza ti deprime. Il degrado ti deprime. L'avidità ti deprime. Il crimine ti deprime. La corruzione ti deprime. Sai una cosa, non mi stupirei se fossi un maniaco-depresso!” “Sì, forse lo sono. Forse lo sono.” Joseph Heller, Comma 22

Smentire il proprio cuore

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“«Peleg! Peleg!» disse Bildad alzando occhi e mani, «tu stesso come io stesso hai visto molti pericoli; tu lo sai, Peleg, che vuol dire avere paura della morte; com'è che puoi sproloquiare in questo modo così empio. Tu smentisci il tuo stesso cuore, Peleg. Ma dimmi, quando questo Pequod qui perse tutti e tre gli alberi in quel tifone lungo le coste giapponesi, quella volta che eri secondo con Achab, non hai pensato alla Morte e al Giudizio in quei momenti?» «Ma sentitelo, sentitelo!» gridò Peleg marciando per la cabina e cacciando le mani fino al fondo delle tasche. «Sentitelo tutti. Ma pensate! Quando ci pareva di affondare da un momento all'altro! La Morte e il Giudizio, in quei momenti? Davvero, eh? Con tutti e tre gli alberi che facevano un fracasso d'inferno contro la fiancata, e ogni colpo di mare che ci inondava da prua a poppa. La Morte e il Giudizio? No! Non c'era tempo di pensare alla morte in quei momenti. Alla vita pensavamo, il capitano e io, e a come sal

Anima contraddittoria che segue movimenti contrari alla volontà de cuore

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“Io, che desidero essere padrone in casa mia e stare ben piantato sui miei piedi senza aver bisogno del sostegno di nessun altro, mi scopro in balìa di un'esigenza di amore che mi porta a spalancare le porte della mia anima e così a destabilizzarmi. Sono proprio messo bene! A dispetto della mia esigenza di autonomia, per non dire autarchia, il mio desiderio di amore mi porta ad aver bisogno degli altri, ad aprirmi a loro, a ricercarli. E non so bene come gestire questo dilemma tra autonomia e dedizione: da un lato vorrei essere solo per me, dall'altro non posso fare a meno di essere per altri. A volte mi viene da pensare che questa mia anima contraddittoria segua i movimenti contrari del mio cuore: diastole e sistole, apertura e chiusura; e anche quelli altrettanto contrari dei miei polmoni: inspirazione ed espirazione, apertura e chiusura. E dico a me stesso: ma scusa, se il cuore e i polmoni agiscono così, con questi due movimenti tra loro in opposizione e che però uniti ge

Libertà dell’intelletto

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“E questo credo: che la mente del singolo individuo, libera di esplorare ovunque, è la cosa più preziosa del mondo.  E per questo sono pronto a battermi: per libertà dell'intelletto di imboccare qualsiasi direzione desideri, senza dettami. E contro questo devo battermi: qualsiasi idea, religione o governo che limiti o distrugga l'individuo.  Questo è ciò che sono e ciò che voglio.” John Steinbeck, La valle dell'Eden

Fu un attimo, ma l’eternità

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“Nel vano, ora, un silenzio esterrefatto, grave di tutte le cose insensate e informi, che stanno nell'inerzia mute e impenetrabili allo spirito. Fu un attimo, ma l'eternità.  Vi sentii dentro tutto lo sgomento delle necessità cieche, delle cose che non si possono mutare: la prigione del tempo;  il nascere ora, e non prima e non poi; il nome e il corpo che ci è dato;  la catena delle cause; il seme gettato da quell'uomo: mio padre senza volerlo;  il mio venire al mondo, da quel seme; involontario frutto di quell'uomo; legato a quel ramo; espresso da quelle radici.” Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila (Parte III, III)

Informarsi per non perdere il controllo

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“Nei momenti difficili, mi era stato insegnato fin dall'infanzia, leggi, impara, datti da fare, rivolgiti alla letteratura. Essere informati significava non perdere il controllo.” Joan Didion, L'anno del pensiero magico

Sguardi sospesi

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“Ella si volse a guardare. Per qualche secondo, in silenzio, rimasero tutt'e due sospesi con gli occhi uno all'altro: e ciò che era tanto lontano, ciò che era tanto impossibile, improvvisamente divenne prossimo, possibile e inevitabile.” Lev Tolstoj, Guerra e pace

Ero un qualcosa e non volevo essere altro

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“Mi sedetti in mezzo all'orto, dove avrei potuto vedere un serpente se si avvicinava, e m'appoggiai a una zucca gialla, calda. Alcuni cespugli di uvaspina carichi di frutti crescevano lunghi i solchi e, sollevando i cappucci che li ricoprivano, ne mangiai un po’. Attorno a me cavallette gigantesche, grandi almeno il doppio di quelle che conoscevo io, s'abbandonavano ad acrobazie folle in mezzo al fogliame secco. I gopher galoppavano su e giù per il terreno arato. Lì, in fondo alla valletta riparata, il vento soffiava leggermente, ma lo sentivo cantare mormorando il suo motivo e vedevo ondeggiare l'erba alta. Sotto di me la terra era calda, e calda tra le mie dita che la sbriciolavano. Strani insettini rossi uscivano fuori e si muovevano tutto intorno i lente squadre. Avevano i dorsi lucidi vermigli, a puntini neri. Rimanevo immobile. Non avveniva nulla. Non aspettavo che avvenisse nulla. Ero un qualcosa che giaceva sotto il sole e lo sentiva, come una zucca, e non vole

Appartengo a ciò che non esiste

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“Non ho mai voluto essere altro che un sognatore.  Non ho mai concesso attenzione a coloro che mi parlavano della vita.  Sono appartenuto solo a ciò che non esiste dove io esisto e a ciò che non ho mai potuto essere.” Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine: di Bernardo Soares

Il vero coraggio

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“[…] volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare ugualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa succeda.” Harper Lee, Il buio oltre la siepe

Un Uomo d’azione

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«Joaquín non era uomo di molte parole ma d'azione, uno dei pochi dotato di lucidità e coraggio sufficienti per trasformare in impulso rivoluzionario le idee dei libri; gli altri preferivano discuterne all'infinito attorno a una bottiglia nel retrobottega della libreria. […] Non possedeva un cappotto decente, ma d'inverno era il primo ad alzarsi all'alba per andare a distribuire i volantini e ad attaccare gli striscioni con cui si invitavano i lavoratori a ribellarsi agli abusi dei padroni, i marinai a quelli dei capitani e delle imprese di navigazione; un'attività spesso inutile, dato che i destinatari erano per la maggior parte analfabeti e i suoi appelli alla giustizia rimanevano dunque alla mercé del vento e dell'indifferenza della gente.» Isabel Allende, La figlia della fortuna

Desueta riservatezza...

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De sueta riservat ezza, quanti problemi evitavi  e quanta eleganza elargivi.

Occhi legati

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Noi che ci conoscevamo più di tutti e tutto, per un frammento del destino sui nostri cuori, ci siamo ritrovati, incrociati, ci siamo messi a fissarci, a legare i nostri occhi ancora una volta ma sempre noi, da perfetti incoscienti, abbiamo preferito a giocare al gioco degli sconosciuti.

Estraneo a se stesso

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“Tutto fa pensare che l'uomo d'oggi sia più che mai estraneo vivente tra estranei, e che l'apparente comunicazione della vita odierna − una comunicazione che non ha precedenti − avvenga non tra uomini veri ma tra i loro duplicati.” Eugenio Montale

Io sono solo e loro sono tutti

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“Mi tormentava, allora, anche un’altra circostanza: il fatto che nessuno mi somigliava e io non somigliavo a nessuno. «Io sono solo, e loro sono tutti», pensavo, e mi mettevo a riflettere.” Fëdor Dostoevskij

Continuare a cercarsi

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“Continueranno a cercarsi, lo faranno finché non riusciranno a smettere di perdersi, continueranno a incontrarsi e a cercarsi senza saperlo. Inutile chiedere perché non smettono di scappare l'uno dall'altro, perché un amore del genere è difficile da gestire e fa paura. Ma loro continueranno a cercarsi. È scritto nel loro destino.”

Camminavamo per incontrarci

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“Camminavamo senza cercarci, eppure sapendo che camminavamo per incontrarci.”

Mai lontani abbastanza per trovarsi

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“E invece neanche si erano dovuti cercare, questo è incredibile, e tutto il difficile era stato solo riconoscersi – riconoscersi – una cosa di un attimo, il primo sguardo e già lo sapevano, questo è il meraviglioso […] Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi.”

Come due rotaie...

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“La strana intimità di quelle due rotaie;
la certezza di non incontrarsi mai, l’ostinazione con cui continuano a corrersi di fianco.”

Vita non vissuta

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Ogni vita non vissuta accumula rancore verso di noi, dentro di noi: moltiplica le presenze ostili. Così diventiamo spietati con noi stessi e con gli altri. Intorno a noi non vediamo che lotta, cediamo e soccombiamo alle perfide lusinghe dell’invidia. La vita che è stata perduta, all’ultimo, mi si rivolterà contro. La vita non può essere, in alcun modo, pura rassegnazione e malinconica contemplazione del passato. E’ nostro compito cercare quel significato che ci permette ogni volta di continuare a vivere o, se preferisce, di rispondere, a ogni passo, il nostro cammino. Tutti siamo chiamati a portare a compimento la nostra vita meglio che possiamo. «Ogni vita non vissuta rappresenta un potere distruttore e irresistibile che opera in modo silenzioso ma spietato» (C.G.Jung)

Sappi in te stesso vivere soltanto

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Poesia di Fëdor Tjutčev «Taci, nasconditi ed occulta i propri sogni e sentimenti; che nel profondo dell’anima tua sorgano e volgano a tramonto silenti, come nella notte gli astri; contemplali tu e taci. Può palesarsi il cuore mai? Un altro potrà mai capirti? Intenderà di che tu vivi? Pensiero espresso è già menzogna. Torba diviene la sommossa Fonte: tu ad essa bevi e taci. Sappi in te stesso vivere soltanto. Dentro te celi tutto un mondo d’arcani, magici pensieri, quali il fragore esterno introna, quali il diurno raggio sperde: ascolta il loro canto e taci!..»

Il peso del mondo è l'amore

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«Il peso del mondo è amore. Sotto il fardello di solitudine sotto il fardello dell’insoddisfazione il peso, il peso che portiamo è amore. Chi può negarlo? In sogno ci tocca il corpo, nel pensiero costruisce un miracolo, nell’immaginazione s’angoscia fino a nascer nell’umano – s’affaccia dal cuore bruciando di purezza – poiché il fardello della vita è amore, ma noi il peso lo portiamo stancamente, e dobbiam trovar riposo tra le braccia dell’amore infine, trovar riposo tra le braccia dell’amore. Non c’è riposo senza amore, né sonno senza sogni d’amore – sia matto o gelido ossesso d’angeli o macchine, il desiderio finale è amore – non può essere amaro non può negare, non può negarsi se negato: il peso è troppo deve dare senza nulla in cambio così come il pensiero si dà in solitudine con tutta la bravura del suo eccesso. I corpi caldi splendono insieme al buio la mano si muove verso il centro della carne, la pelle trema di felicità e l’anima viene gioiosa fino agli occhi – sì, sì,